giovedì 31 gennaio 2008

CAPITOLO 1 PARTE 1

vabbè, presa dall'ispirazione del momento, ho iniziato a scrivere un pezzettino delle nostre storie...ma non voglio farlo da sola...sono sicura che verrebbe fuori qualcosa di bello se unissimo le nostre MENTI MALATE in questo progetto folle: ci vogliono le imprecazioni della bomba, la pigrizia di Airlingus, le chicche africane di Fra e quelle tajike (per la serie tutto il mondo è paese) della ste....potete commentare, continuare, rifare, apprezzare, disprezzare....fare quello che volete....dai vediamo che ne viene fuori, vi va?
Un bacio guerriere e DIAMOCI DENTRO!


INTRO

"Pronto....frafraaaaaaaaaaaa.....o porca paletta fra......"
chat:polda non ti sento....uff provo a richiamarti.
Paola, o meglio Polda, aveva aspettato quella conversazione praticamente da quando Francesca era partita. Non aveva saputo dirle niente, lei proprio lei, la giornalista in erba, la spara cazzate quella sera, appunto, era solo riuscita a sparare cazzate. Sull’orlo di una crisi di nervi, mentre le altre persone attorno a lei si lasciavano andare a fiumi di lacrime, aveva deciso di mantenere una certa facciata, di mostrarsi distaccata, mentre l’atmosfera era quella di una veglia funebre con tanto di rimmel sulle guance delle presenti (gli uomini sembravano mantenere una parvenza di serietà). Aveva deciso di cambiare strategia e di ridere a crepapelle, nonostante tutto quello che stava succedendo.
Francesca l’aveva conosciuta 4 anni prima, in un periodo per lei non molto felice: era appena diventata single, dopo 4 anni persi con un capellone (grazie a lei) vestito come un finto punkettone (sempre grazie a lei) che un bel giorno era fuggito con una bionda più grande di lui (anche questo, evidentemente grazie a lei) che le era costato 10 kg in meno in due mesi (motivo per ringraziarlo per tutta la vita!). Quando vide Fra per la prima volta pensò alle piccole coincidenze di quell’incontro: terrona come lei, amici in comune e ....udite udite, nella grande Milano, questa nuova presenza abitava a non più di 200 mt da casa sua! Oh My God, segno del destino! Dopo un po’ di tira e molla le due avevano trovato il giusto equilibrio: birra, risate, spettegolezzi e la disperata necessità, tutta universitaria, “di svoltare la serata”! Da quel momento, dopo una piccola parentesi di scazzo, comune a tutte le amicizie under 25, le due avevano fatto coppia fissa, anzi, a dire la verità avevano trovato altre persone con cui “svoltare la serata”, o meglio altre “guerriere”.
E le guerriere erano proprio l’argomento di conversazione delle due amiche, che continuavano dall’Africa alla Lombardia, a tentare di riannodare il loro legame tramite delle bizzarre cuffiette create ad hoc per convincere i loro acquirenti di riuscire, metafisicamente, ad azzerare le distanze. Una telefonata pressoché inutile, ma di quell’inutile che vuol dire costantemente “Ok, ti dico cosa sto mangiando solo perchè non posso dirti che ti voglio bene, altrimenti mi metto a piangere!”. L’affetto tra due persone, può sempre sembrare banale, roba da femminucce e da coppiette buone a darsi i baci in qualche parco. A Paola spesso capitava di ricordare due ragazzine che abitavano nel suo paesino del meridione e che erano talmente amiche da gridarlo ai quattro venti, insozzando tutta la cittadina con improbabili scritte, con un altrettanto improbabile italiano: Doly (probabilmente un meno romantico Addolorata) e Terry (un probabile Teresa) insieme per tuta la vita, e altre dichiarazioni di questo tipo. Ma la loro peculiarità era quella di camminare legate tra di loro, polsi e caviglie, con i nastri usati per indicare una zona in cui non è possibile passare, un divieto temporaneo, insomma un nastro rosso e bianco. Nell’assurdità di quel gesto, che in paese aveva suscitato le più assurde teorie, Paola aveva visto qualcosa che l’aveva sorpresa: due ragazzine con un divieto che le lega tra loro, roba da assunzione a vita di psicofarmaci(con l’accorato consiglio di andare da uno bravo, ma forte!). Eppure, mentre parlava al telefono con la sua amica, sullo Zen e l’arte di uccidere scarafaggi grossi come meloni e sull’Occidente incasinato (occidente inteso come collocazione del quartiere di Milano dove risiedeva Paola), avrebbe tanto voluto avere un nastro di divieto, da far passare attraverso il computer per riportare a casa la sua amica, a casa da lei, dalla Ste, dalla Bomba e dalla Raffa.


LE GUERRIERE
Per spiegare chi sono le guerriere dovreste immaginare 5 ragazze, completamente e irrimediabilmente diverse tra di loro in TUTTO, ma con un comun denominatore: no, non sono i ragazzi, bhe si anche quelli, Ok allora diciamo due comun denominatori. No non è nemmeno il pettegolezzo, o meglio si anche quello ci sta....
Inomma, 5 ragazze che si erano unite proprio mentre le domande che si poneva ognuna di loro non trovava risposta. Come in un grafico, le loro vite si erano incrociate...(si ammetto, ho provato 20 minuti a fare un grafico ma non ci sono riuscita...troppo casino, peggio dei fili sotto la mia scrivania!) e da quel momento avevano trovato il modo di non sbrogliarsi più anche se, le loro scelte di vita le avevano portate migliaia di chilometri l’una lontana dall’altra (alcune per dovere, le più fortunate, per puro piacere....)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

polda.. io non saprei proprio da dove cominciare...
il lavoro andrebbe strutturato!
allora per martedì voglio indice e bibliografia!!ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
bella la metafore dei fili sotto la scrivania:)
bacio
kiss

Anonimo ha detto...

io avevo gia scritto un pezzettino...pero insoma ho i tempi africani...domani lo pubblico e rimetti subito quello che hai cancellato!!

Anonimo ha detto...

POLDAAAAAAAA
IO RIVOGLIO IL TUO POST!!!

DOTT.SSE ABO, CHISSENE, PUTTI ha detto...

eccovi accontentate
bacini!
polda